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Il Telematico Digitale di EdiSoftware

Telematico Digitale

Telematico Digitale è la Soluzione per le Scadenze Fiscali, che permette di ottemperare ai nuovi obblighi di legge in totale sicurezza e facilità.

 

Il nostro Software Gestionale Onda è dotato di tutte le funzionalità che servono per permettere alla tua azienda di far fronte agli obblighi di legge in tema fiscale, ecco tutte le funzionalità: Read more

I Must Have. Le caratteristiche del Software Gestionale perfetto.

Vi siete convinti che un Software Gestionale possa aiutarvi concretamente ad aumentare la redditività della vostra azienda. Ma non sapete bene da che parte partire con la software selection.

Ecco 5 caratteristiche che il vostro Software Gestionale dovrebbe necessariamente avere!

 

I Must Have del Software Gestionale


FACILE

L’interfaccia del Software Gestionale deve essere semplice ed intuitiva, utilizzabile da subito. Le informazioni devono essere facilmente reperibili e l’inserimento dei dati deve essere rapido anche grazie a procedure automatizzate.

 

AFFIDABILE

Il Gestionale deve garantire l’integrità dei dati anche in particolari condizioni di rischio e difenderli da accessi indesiderati sia per la gestione in sede sia per la consultazione via Tablet.

 

PRECISO

Il Gestionale non si limita ad archiviare i dati immessi ma esegue elaborazioni per restituirti statistiche, analisi, performance, che devono essere precise perchè è su questo che basi le tue strategie e decisioni.

 

EFFICACE

Il Gestionale deve portarti ad aumentare le performance di riduzione dei tempi e di ottimizzazione dei processi aziendali per contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi, crescendo con le tue esigenze.

 

INTELLIGENTE

Il Gestionale deve anticipare le tue mosse, fornendoti informazioni contestuali, veloci ed affidabili. Deve guidarti nelle procedure più difficili e deve essere flessibile, per adattarlo alle tue necessità.

 

Onda Vision può aiutarti a rendere più efficace l’operatività aziendale, guarda come, nel video:

 


Servizi Online di EdiSoftware

Servizi Online è la WebApp per la consultazione delle informazioni aziendali da qualunque dispositivo.

 

I Servizi Online di Onda Vision permettono la consultazione e la gestione di determinate informazioni aziendali da qualsiasi dispositivo ed in qualsiasi momento, grazie ad un’infrastruttura che utilizza le migliori tecnologie web e cloud oggi presenti nel mercato,  evitando qualsiasi costo ed onere di gestione per il cliente.

 

I Servizi Online – le funzionalità:

  • Consulta i tuo dati: ovunque ti trovi potrai accedere alle informazioni relative ai clienti e ai leads, ai fornitori, agli agenti. Potrai verificare in tempo reale la situazione del fido, degli ordini, le fatture e lo scadenzario, i solleciti, gli agenti, i fatturati e molto altro.
    google maps logo
    L’integrazione con Google Maps ti permette di geolocalizzare i tuoi clienti, contatti o fornitori.
  • Catalogo: Hai a disposizione il catalogo prodotti con le relative informazioni di dettaglio, immagini, prezzi e disponibilità
  • Carrello e Ordini: una gestione del carrello cliente che permette di avere sempre sott’occhio i prezzi, gli sconti, i pagamenti e le spedizioni. Direttamente dal Catalogo si aggiungono i prodotti al Carrello per generare l’ordine e l’acquisizione dal gestionale.
  • Agenti: tutte le informazioni sugli Agenti a portati di dispositivo: scadenze, estratto conto, provvigioni maturate e fatturato.
  • Documentale: i documenti presenti in archivio vengono sincronizzati e sono consultabili quando ti servono.

Un’APP dedicata per il CRM

 

ondacrm

 

 Vuoi provare i Servizi Online? Compila la form di seguito!

 


Obbligo Fatturazione Elettronica anche per i Privati

La legge di bilancio 2018 prevede l’estensione della fattura elettronica a tutti i soggetti IVA, a partire dal 1 gennaio 2019. Ma già a partire da luglio 2018 ci saranno delle novità.

A partire dal 1° luglio 2018 le aziende italiane avranno l’obbligo di fatturazione elettronica per quanto riguarda tutte le operazioni riguardanti le cessioni di benzina o di gasolio per motori, nonché per le prestazioni di subappaltatori nel caso di contratti di appalti pubblici.
Questa sarà la prima fase, che sarà poi seguita l’anno seguente (1° gennaio 2019) dalla seconda: Obbligo di fatturazione elettronica B2B, ovvero per le operazioni tra soggetti privati.

 

CHE COSA SIGNIFICA FATTURAZIONE ELETTRONICA TRA PRIVATI:

Che cos’è la fatturazione elettronica tra privati? La fattura elettronica tra privati, è una normale fattura B2B emessa, ricevuta, firmata e conservata però, in maniera digitalizzata.

Ciò significa che la fatturazione B2B, ossia Business to Business o altrimenti detta fatturazione tra privati, invece che essere in formato cartaceo è emessa o ricevuta in qualunque formato elettronico in grado di assicurare l’autenticità dell’origine, l’integrità del contenuto e la leggibilità della fattura dal momento della sua emissione fino al termine del suo periodo di conservazione [D.P.R. 633/1972, art. 21, comma 3].

Dal momento che dal giugno 2014, la fattura elettronica è diventata obbligatoria per tutti i titolari di partita IVA che intrattengono rapporti commerciali con le PA, l’Agenzia delle Entrate insieme alla Sogei, hanno messo a punto un sistema gratuito per le fatture elettroniche PA, chiamato SdI, Sistema di interscambio.

Il SdI, è utilizzabile quindi sia delle PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI che dalle società, imprese e professionisti per emettere e ricevere, secondo modelli standardizzati definiti dall’Agenzia delle Entrate (XML), le fatture elettroniche, al fine di garantire loro l’autenticità e l’integrità mediante l’apposizione della firma elettronica di chi ha emesso il documento, e la loro conservazione per 10 anni.

La fatturazione elettronica B2B, consiste quindi nell’utilizzare questi stessi standard messi a punto dall’Agenzia delle Entrate per la fatturaPA anche per la formazione (XML), trasmissione e ricezione (tramite SdI) della fattura elettronica tra privati, e la successiva conservazione digitale.

 

PERCHE’ QUEST’OBBLIGO:

Le disposizioni in materia di fatturazione elettronica previste nella legge di bilancio 2018 rientrano tra le misure mirate ad aumentare la capacità dell’amministrazione di prevenire e contrastare efficacemente l’evasione fiscale e le frodi IVA. Vediamo insieme qualche dato:

          Il gap IVA (il divario tra l’IVA teoricamente incassabile in base a dati macroeconomici i l’IVA realmente incassata) è stimato per l’anno 2014 in 37 miliardi € (1/4 in ambito B2B e 3/4 B2C) il che significa che circa 1/3 dell’Iva non viene incassato a seguito di evasione, omessi versamenti, frodi, etc (Center for social and economic research).

         –  I tempi medi di pagamento della Pubblica Amministrazione sono di 131 giorni quando la media europea è di 36 giorni

         –  In termini di attrattività nell’avviare iniziative di business e di ore necessarie per essere tax compliance, siamo negli ultimi posti in Europa (Banca Mondiale)

         –  In termini di corruzione siamo collocati al terzultimo posto nell’Eurozona (Transparency International)

         –  Continua a crescere la diseguaglianza sociale.

 

QUANTO SI PREVEDE DI RECUPERARE:

Riportiamo i dati direttamente dall’Agenzia dell’Entrate:

recupero GaP IVA

 

TUTTE LE MANOVRE PER COLMARE IL GAP IVA

 

infografica gap ivaQuesta manovra fa parte di un progetto più ampio di lotta all’evasione fiscale, per contrastare il GAP IVA e che finora ha visto mettere in atto le seguenti azioni:

         –  Obbligo di comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute

         –  Obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA

       –    Obbligo generalizzato di adozione del Reverse Charge

         –  Obbligo generalizzato di adozione della fattura elettronica B2B tramite lo SDI

 

L’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica tra privati professionisti non porterà vantaggi solo per lo Stato, che riuscirà a prevenire in modo più efficace l’evasione, ma anche per le imprese, che non saranno più obbligate a presentare l’elenco dei dati delle fatture emesse e ricevute. Queste, infatti, saranno ovviamente già in possesso dell’Amministrazione finanziaria.

Un altro beneficio di questa semplificazione sarà fin da subito esplicito nella dichiarazione IVA precompilata, nonché nei relativi modelli F24, anch’essi precompilati. I tempi da dedicare alla gestione e alla contabilità, dunque, sembrano essere destinati ad accorciarsi concretamente.

 

EdiSoftware mette a disposizione delle aziende il software Telematico Digitale per le scadenze Fiscali, che permette di ottemperare ai nuovi obblighi di legge in totale sicurezza e facilità.


Voucher per la digitalizzazione delle Pmi: a disposizione 100 milioni di euro.

A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera CIPE del 10 luglio 2017, che ha completato la dotazione finanziaria e l’ha ripartita tra le regioni, dal 30 gennaio al 9 febbraio 2018 sarà possibile per le micro, piccole e medie imprese di tutto il territorio nazionale presentare la domanda per l’ottenimento del contributo in forma di voucher per l’acquisto di hardware, software e servizi specialistici finalizzati alla digitalizzazione dei processi aziendali e all’ammodernamento tecnologico.

Ciascuna impresa può beneficiare di un unico voucher di importo non superiore a 10 mila euro, nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili.

Quale migliore occasione per dotarsi di uno strumento per incrementare la redditività aziendale e scegliere un buon Software Gestionale?

 

Cos’è

È una misura agevolativa per le micro, piccole e medie imprese che prevede un contributo, tramite concessione di un “voucher”, di importo non superiore a 10 mila euro, finalizzato all’adozione di interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico.
La disciplina attuativa della misura è stata adottata con il decreto interministeriale 23 settembre 2014.

 

Cosa finanzia

Il voucher è utilizzabile per l’acquisto di software, hardware e/o servizi specialistici che consentano di:
•    migliorare l’efficienza aziendale;
•    modernizzare l’organizzazione del lavoro, mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
•    sviluppare soluzioni di e-commerce;
•    fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
•    realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT.

 

Le agevolazioni

Ciascuna impresa può beneficiare di un unico voucher di importo non superiore a 10 mila euro, nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili.

 

Come funziona

Con decreto direttoriale 24 ottobre 2017 sono state definite le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni. Le domande potranno essere presentate dalle imprese, esclusivamente tramite la procedura informatica che sarà resa disponibile in questa sezione, a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018. Già dal 15 gennaio 2018 sarà possibile accedere alla procedura informatica e compilare la domanda. Per l’accesso è richiesto il possesso della Carta nazionale dei servizi e di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva e la sua registrazione nel Registro delle imprese.
Entro 30 giorni dalla chiusura dello sportello il Ministero adotterà un provvedimento cumulativo di prenotazione del Voucher, su base regionale, contenente l’indicazione delle imprese e dell’importo dell’agevolazione prenotata.
Nel caso in cui l’importo complessivo dei Voucher concedibili sia superiore all’ammontare delle risorse disponibili (100 milioni di euro), il Ministero procede al riparto delle risorse in proporzione al fabbisogno derivante dalla concessione del Voucher da assegnare a ciascuna impresa beneficiaria. Tutte le imprese ammissibili alle agevolazioni concorrono al riparto, senza alcuna priorità connessa al momento della presentazione della domanda.
Ai fini dell’assegnazione definitiva e dell’erogazione del Voucher, l’impresa iscritta nel provvedimento cumulativo di prenotazione deve presentare, entro 30 giorni dalla data di ultimazione delle spese e sempre tramite l’apposita procedura informatica, la richiesta di erogazione, allegando, tra l’altro, i titoli di spesa.
Dopo aver effettuato le verifiche istruttorie previste, il Ministero determina con proprio provvedimento l’importo del Voucher da erogare in relazione ai titoli di spesa risultati ammissibili.

 

FONTE: Sito Istituzionale Sviluppo Economico del Governo Italiano


Fattura Elettronica: Pmi italiane sopra la media europea

Il 30% delle pmi italiane usa la fattura elettronica

 

Da Aprile 2015 è entrato in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione.

Da Gennaio 2017 ha preso inoltre il via anche la fatturazione elettronica tra Privati, ovvero B2B, che il Governo ha scelto di rendere facoltativa, seppure con diversi incentivi. Il decreto sulla Fatturazione Elettronica B2B prevede l’invio telematico, volontario, all’Agenzia delle Entrate dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute, anche mediante Sistema di Interscambio.

Le imprese italiane che utilizzano la fatturazione elettronica sono il 30%, percentuale di molto superiore alla media dell’UE (18%) secondo le classifiche DESI 2017 (Digital Economy and Society Index); l’Italia sta colmando il divario con l’UE per quanto riguarda la digitalizzazione delle imprese, soprattutto grazie alla fatturazione elettronica.

La novità in effetti, porta con sé alcuni vantaggi per i soggetti che scelgono di avvalersi della fatturazione elettronica: vengono meno infatti gli obblighi di comunicazione relativi al cosiddetto “spesometro” e alle “black list” e i contratti di leasing.

In sostanza, per chi decide di adottare la fattura elettronica B2B, sono previste delle agevolazioni fiscali quali: minori obblighi relativi alla sospensione della comunicazione per le operazioni con i paesi black list dell’UE; eliminazione dello spesometro; compilazione dei modelli INTRA, per l’acquisto di beni e servizi e la lettera d’intento. Un altro punto di forza del provvedimento riguarda l’IVA: i rimborsi avverranno entro tre mesi dalla dichiarazione annuale e non sarà più necessario apporre il visto di conformità delle garanzie per somme che superano i 15 mila euro.

 

Per ottemperare agli obblighi fiscali e nel contempo cogliere le opportunità che ne derivano, EdiSoftware ha sviluppato Telematico Digitale che assolve sia al riferimento normativo D.L. 193/2016 (comunicazioni trimestrali liquidazioni iva e fatture) sia al D. Lsg 127/2015 (fattura elettronica tra privati).
Il software riunisce, tramite un’unica procedura, tutte le generazioni telematiche fiscali effettuabili con i Gestionali EdiSoftware. Non solo quindi fatturazione B2B, nuovo Spesometro e comunicazione dei dati di liquidazione, ma anche ad esempio la CU, la Fatturazione PA e molto altro.

 


Riepiloghiamo le novità Fiscali del 2017

il 2017 è davvero ricco di novità fiscali.

Una delle prime è relativa al D.L. 193/2016 riguardante la comunicazione trimestrale delle liquidazioni Iva e dei dati di fatture emesse e ricevute.
Dal 1 gennaio 2017, infatti, i professionisti hanno l’obbligo di trasmettere per via telematica, a cadenza trimestrale, comunicazione relative ai dati delle fatture emesse e ricevute, incluse le bollette doganali, abrogando quindi di fatto il vecchio spesometro annuale.

Oltre a questa comunicazione, sarà necessario trasmettere i dati delle liquidazioni periodiche iva.

Quindi i contribuenti avranno l’obbligo di comunicare, in base alle nuove scadenze, i dati contabili riepilogativi delle liquidazioni, anche se queste risultano essere a credito.

L’altra grande novità riguarda il D. Lsg 127/2015 (fattura elettronica tra privati o B2B).
Da Aprile 2015 è entrato in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione; da Gennaio 2017 ha preso inoltre il via anche la fatturazione elettronica tra Privati, ovvero B2B, che il Governo ha scelto di rendere facoltativa, seppure con diversi incentivi.
Il decreto sulla Fatturazione Elettronica B2B prevede l’invio telematico, volontario, all’Agenzia delle Entrate dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute, anche mediante Sistema di Interscambio.
La novità in effetti, porta con sé alcuni vantaggi per i soggetti che scelgono di avvalersi della fatturazione elettronica: vengono meno infatti gli obblighi di comunicazione relativi al cosiddetto “spesometro” e alle “black list” e i contratti di leasing.
In sostanza, per chi decide di adottare la fattura elettronica B2B, sono previste delle agevolazioni fiscali quali: minori obblighi relativi alla sospensione della comunicazione per le operazioni con i paesi black list dell’UE; eliminazione dello spesometro; compilazione dei modelli INTRA, per l’acquisto di beni e servizi e la lettera d’intento.
Un altro punto di forza del provvedimento riguarda l’IVA: i rimborsi avverranno entro tre mesi dalla dichiarazione annuale e non sarà più necessario apporre il visto di conformità delle garanzie per somme che superano i 15 mila euro.

La Soluzione EdiSoftware:
Per ottemperare agli obblighi fiscali e nel contempo cogliere le opportunità che ne derivano, EdiSoftware ha sviluppato Telematico Digitale che assolve sia al riferimento normativo D.L. 193/2016 (comunicazioni trimestrali liquidazioni iva e fatture) sia al D. Lsg 127/2015 (fattura elettronica tra privati).

Il software gestionale riunisce, tramite un’unica procedura, tutte le generazioni telematiche fiscali effettuabili con i Gestionali EdiSoftware. Non solo quindi fatturazione B2B, nuovo Spesometro e comunicazione dei dati di liquidazione, ma anche ad esempio la CU, la Fatturazione PA e molto altro.

 

A questo link il video con i dettagli delle scadenze fiscali
https://www.youtube.com/watch?v=IRB8g7kslkk

per informazioni contattaci

La Crisi sta finendo?

I dati dell’ultimo Assintel Report semestrale ci dicono che i dati cominciano ad avere un segno + davanti. Mercato IT in aumento del 3,9 anno su anno e del 3,7%  previsto per l’intero 2017.

Questi i numeri generali, anche se rimangono indietro le Pubbliche Amministrazioni locali e le micro imprese.

 

Lo scenario generale macroeconomico continua purtroppo ad essere caratterizzato da luci e ombre, ma in controtendenza il mercato IT brilla. Dall’ultimo Report di Assintel (associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio) emerge, infatti, che la spesa in Information Technology per le aziende ha toccato quota 7,2 miliardi.

Questa è sicuramente un’ottima notizia: molte imprese hanno messo a budget dei processi di trasformazione e innovazione digitale.

Scendendo nel dettaglio dei settori, molti corrono e qualcuno zoppica. L’analisi dei trend mostra infatti segnali di irrobustimento degli investimenti tecnologici nei comparti finance, trasporti e logistica, industria e utility, con una ripresa della PA centrale. Restano invece indietro la Pubblica amministrazione locale e le micro imprese.
Stanno però nascendo più imprese in Italia, con un trend che si consolida di mese in mese. E ne stanno fallendo di meno, con il numero di aziende che ricorrono alle procedure concorsuali in progressivo calo. E’ il quadro emerso da una elaborazione dell’Adnkronos su dati Infocamere, che delinea una prima spinta verso l’uscita dalla crisi per il tessuto produttivo italiano.

Per le piccole aziende però è stata dura: molte le fabbriche chiuse o delocalizzate per abbattere i costi a fronte di fatturati sempre più ridotti. Secondo una ricerca della Cgia, l’Associazione Artigiane e Piccole Imprese di Mestre, la contrazione dei consumi e la crescente delocalizzazione registrata tra il 2000 e il 2010 (+65%) ha portato a una perdita stimata di 40 mila posti di lavoro, soltanto nel Triveneto.
Alcune medie imprese, però, da questa crisi ne sono uscite rafforzate, hanno conquistato nuovi clienti e aumentato il loro fatturato.

Come? Agendo sui seguenti punti chiave:

  • Ricerca di nuovi mercati per evitare l’eccessiva dipendenza da quello locale.
  • Innovazione di prodotto a arricchimento dell’offerta verso i clienti.
  • Miglioramento e cura diretta delle relazioni verso i propri clienti.

Più attenzione e propensione agli investimenti in progettazione e innovazione e alla ricerca della qualità quindi, invece che speculazioni finanziarie, taglio costi e personale.

 

Si sta rafforzando il Made in Italy grazie alle aziende che in questi anni hanno curato l’organizzazione interna rafforzando il lavoro di squadra tra team commerciali, R&S e produzione.
Questo, per offrire soluzioni personalizzate, chiavi in mano e di qualità sempre più elevata. grazie anche alla vicinanza con il cliente sul territorio. Infatti, altra caratteristica di queste aziende è stata di non spostare la produzione fuori Italia. Anzi, la produzione dentro i confini nazionali è stata rafforzata per garantire qualità, prodotti ritagliati su misura, tempi di consegna garantiti.

Le aziende Manifatturiere, come abbiamo visto,  si sono mosse in controtendenza. Sono tornate a produrre in Italia, perlomeno prodotti di alta gamma a elevato contenuto tecnologico e di design. Lasciando alle fabbriche delocalizzate il compito di produrre prodotti a basso valore aggiunto.

Tra le motivazioni che hanno spinto a riportare in Italia le produzioni esternalizzate vi sono: vantaggi in termini di logistica (25%), qualità dei prodotti made in Italy (21,9%), riduzione dei differenziali del costo del lavoro (19,7%), bassa qualità nei luoghi di delocalizzazione (19,7%), ritardi nelle consegne (18,9%),migliore servizio alla clientela (17,8%).
Non ultimo, la perdita di valore dell’Euro nei confronti del Dollaro.

Soprattutto la tempestività del servizio al cliente sembra essere il differenziale per queste scelte: i clienti non sono più disposti ad aspettare. Vogliono prodotti meno standardizzati e just-in-time, esattamente quando serve. Non è possibile aspettare che il prodotto venga prodotto, caricato, trasportato e consegnato dalla Cina via container.

Un ulteriore aiuto all’accelerazione dovrebbe arrivare dal piano Industria 4.0, perché permetterà di creare nuovo valore attorno a concetti tradizionalmente considerati in competizione con l’occupazione, come ha commentato  Giorgio Rapari, presidente Assintel .
La sfida, con il nuovo piano, è sia economica (come incentivare maggiormente gli investimenti digitali, anche in settori non strettamente industriali) sia culturale, legata alla formazione e valorizzazione di nuove competenze.
Altro ambito in forte crescita è l’approccio al cliente, la cui voce di spesa dovrebbe crescere dell’11,2% a quasi 4 miliardi di euro. Parallelamente, si dovrebbe registrare una crescita tendenziale della cybersecurity (+6,4%), e un proseguimento della corsa del cloud, ormai una prima scelta per le aziende sia nel confronto fra trimestri (+18,9%) sia nelle stime di fine anno (+17,6%, per 3,7 miliardi di euro).

In conclusione, a nostro avviso è ancora presto per parlare di vera e propria inversione di tendenza ma di sicuro possiamo affermare che il made in Italy è ancora forte e la tendenza per combattere la crisi sembrerebbe puntare sulla qualità dei propri prodotti, passando per l’ottimizzazione dei processi interni. Anche e sopratutto grazie ad un buon Software Gestionale 🙂

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Benefici della digitalizzazione dei processi aziendali. Ci sono davvero?

Cosa significa “Digitalizzazione” in azienda? Basta davvero convertire i documenti cartacei in pdf per poter effettuare un processo di evoluzione?

 

Per molto tempo si è parlato della dematerializzazione dei documenti aziendali come di un percorso che avrebbe potuto portare ad una maggiore agilità ed economicità dei processi aziendali. Eppure non è solamente convertendo dei documenti cartacei in PDF che un business può davvero evolversi.

In realtà la dematerializzazione dei documenti cartacei è un’ottima cosa, ma è solo il primo dei gradini per arrivare alla digitalizzazione e vederne così realmente i vantaggi e la redditività che ne derivano.
Quindi, per Digitalizzazione dei processi aziendali, si intende un vero e proprio modello organizzativo grazie al quale un’azienda può gestire in modo integrato, efficace e collaborativo tutte le proprie attività, eliminando così qualsivoglia rallentamento o rischio.

Ci sono vantaggi nella Digitalizzazione?

Noi ne vediamo molti..
Un’azienda che può contare sulla digitalizzazione dei propri processi può permettersi una mappatura completa e reale delle proprie attività, così da poter intervenire in tempo consono con azioni correttive, per migliorare in modo puntuale le proprie performance. In questo modo si può agire per migliorare il coordinamento tra le varie unità aziendali, come ad esempio:

  • prendere decisioni razionali su dati  in tempo reale
  • aggiornare gli obiettivi
  • ridurre gli sprechi di tempo e di risorse
  • condividere le informazioni
  • mettere in piedi un meccanismo di miglioramento continuo delle attività aziendali

In sintesi, quindi, la digitalizzazione permette di risparmiare sulle tempistiche e sui costi, oltre a garantire un più alto livello di performance.

Come avrete già intuito, per ottenere tutti questi benefici da un processo di digitalizzazione, occorre però sedersi a tavolino e ripensare concretamente l’intera organizzazione delle attività, dai processi amministrativi, contabili, organizzativi, produttivi, etc

Ad oggi assistiamo sempre più spesso alla digitalizzazione dei processi commerciali verso i clienti ed i fornitori. Dalla ricerca e dalla scelta del partner di business (cliente o fornitore), alla definizione di un contratto, all’invio di un ordine, alla gestione della logistica e della fornitura o erogazione che ne consegue, alla fatturazione e il relativo incasso/pagamento. Tra i paletti però c’è spesso una importante distanza organizzativa tra l’inizio e la fine di questo processo, caratterizzata da molti passaggi all’interno di funzioni diverse e anche con terze parti esterne all’ organizzazione, che implicano interazioni frequenti con la controparte.
Per questo motivo finora i progetti di ridisegno dei processi hanno impattato prevalentemente specifiche “fasi” di questo catena di attività (la fatturazione, la gestione degli ordini, l’organizzazione delle spedizioni, la selezione dei fornitori e così via), oppure solo alcune relazioni particolari (quelle più frequenti, più elevate per volumi e/o valori in gioco, quelle più strategiche e via dicendo).

Quindi la trasformazione digitale è già ampliamente in atto, anche se genera preoccupazioni e ansia sugli impatti che avrà sulle nostre condizioni di vita, il nostro modo di lavorare, il modo in cui viviamo e il nostro modo di consumare.
Le opportunità però sono davvero molte, con strumenti disponibili e consolidati sia dal punto di vista tecnologico (si pensi all’EDI, ai portali B2b, all’eSourcing, ai contratti digitali, ai Documenti di Trasporto digitali, alla Fatturazione Elettronica, alle opportunità del Supply Chain Finance e così via) sia da quello normativo (si pensi agli incentivi per chi fa Fatturazione Elettronica B2b, alla regole per fare Conservazione Digitale, ai regolamenti sulle modalità di identificazione, sottoscrizione e via dicendo).

Nella maggior parte dei settori lo scenario sta quindi cambiando rapidamente. Non solo sono interi settori ad essere impattati, come i media e l’ intrattenimento, l’energia e la distribuzione, per citarne alcuni, ma sono gli impatti all’interno delle imprese che richiedono velocità di risposta più veloci di sempre.

Ancora più importante risulterà l’impattonell’ambito di connessione e networking, in relazione all’ esplosione di servizi di rete abilitati dalle tecnologie digitali. Questi servizi sono presenti in settori consolidati come trasporti, distribuzione organizzata, servizi bancari, il funzionamento dei mercati e degli scambi. Ma ora, le tecnologie digitali abilitano lo sviluppo incredibilmente efficace di questi ed altri tipi di servizi. Pensiamo solo ai più famosi: Spotify, Netflix, Uber, Airbnb, Amazon, eBay, Facebook, Google, solo per citarne alcuni.
Anche i servizi professionali non saranno immuni dalla rivoluzione digitale. Studi legali, consulenti di gestione, architetti, ingegneri, servizi sanitari, revisori, certificatori e altro ancora. Tutti questi servizi professionali stanno diventando sempre più efficienti attraverso l’uso di strumenti digitali, banche dati globali, piattaforme di collaborazione, e soluzioni di comunicazione.

In sintesi, la sfida per tutte le imprese consiste nel riconoscere che il digitale trasformerà velocemente il modo in cui si crea valore. Non è più il tempo in cui si può attendere che l’innovazione faccia il suo corso per poi adottare approcci imitativi, in quanto:
•    tutti i modelli di business saranno digitali
•    il digitale renderà ancora più importante la configurazione dei modelli di business
•    il cambiamento influirà anche sul disegno organizzativo e sulla capacità integrare i modelli di business nell’ambito di ecosistemi ampi e complessi.

 

Resistenza al cambiamento?

Ad oggi in effetti però troviamo ancora un po’ di resistenza da parte delle aziende ad intraprendere un processo di digitalizzazione
Analizziamo la Fatturazione Elettronica le cui agevolazioni sono in pratica quasi ignorate.
Poche infatti, le adesioni alla fattura elettronica tra privati, nonostante i benefici e le semplificazioni fiscali previste dal governo: niente obbligo Spesometro, comunicazione operazioni paesi black list, semplificazioni nelle comunicazioni IVA, rimborsi IVA prioritari senza più visto di conformità sopra i 15mila euro, riduzione di un anno dei termini di accertamento.
Ad oggi, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate sono solo 6mila le partite IVA che hanno esercitato l’opzione (che scadeva il 31 marzo), stabilita dall’articolo 1 del decreto legislativo n. 127 del 2015 per la “trasmissione telematica dei dati delle fatture” (emesse e ricevute, nonché delle relative note di variazione) all’Agenzia delle Entrate, e che quindi per il 2017 e i 4 anni successivi potranno godere di tali benefici fiscali legati alla fattura elettronica. Un’adesione piuttosto scarsa, che l’Agenzia delle Entrate giustifica soprattutto con l’elemento di novità del processo che genera una naturale incertezza negli operatori.
Diversa la situazione della fattura elettronica verso la PA, ormai obbligatoria da due anni: qui i fornitori che hanno digitalizzato i propri processi di fatturazione sono quasi un milione.

Insomma in Italia sembra che le potenzialità per una buona diffusione della digitalizzazione ci siano, manca però lo sprint giusto, forse anche per colpa di un blocco culturale che non consente di sfruttare a pieno i vantaggi e le potenzialità di crescita offerte da strumenti tecnologici come la fatturazione elettronica, che non si fermano a quelli fiscali introdotti dal Governo, ma che riguardano strettamente la gestione del proprio business semplificando, velocizzando e rendendo meno costose e più efficienti le operazioni.

 per informazioni contattaci

Comunicazioni Dati IVA. Cosa c’è da sapere per un invio corretto dei dati

Ci siamo. Il termine per l’invio è stato prorogato al 12 giugno ma vediamo nel dettaglio quali sono gli errori da evitare nella prima comunicazione delle Liquidazioni IVA

 

Il termine per la presentazione delle liquidazioni IVA è stato prorogato al 12 giugno prossimo, ma ci sono alcuni passaggi a cui fare attenzione per una corretta trasmissione dei dati.

 

Non bisogna effettuare nessun invio se:

In assenza di operazioni attive e passive la comunicazione dei dati delle liquidazioni IVA non va inviata. Attenzione perchè non va effettuato nessun invio anche in assenza di crediti di periodi precedenti da riportare nelle liquidazioni successive.

Le correzioni sono sempre possibili:

È sempre possibile rettificare una comunicazione relativa alla liquidazione Iva di un periodo dell’anno, inviandone un’altra per lo stesso periodo di riferimento. In questo caso  è tenuta valida dall’Agenzia l’ultima comunicazione spedita a livello cronologico.

 E’ necessario indicare l’Iva a debito della liquidazione

Nella comunicazione va indicata l’Iva a debito della liquidazione, anche se l’importo non è stato effettivamente versato o se viene eventualmente regolarizzato successivamente attraverso il ravvedimento operoso.

In presenza di debito non superiore a 25,82 euro, il versamento non va eseguito ma deve essere portato nella comunicazione successiva, all’interno del rigo VP7 e concorre a formare il risultato della liquidazione periodica.

 Come vanno gestiti i crediti di imposta:

Il rigo VP9 («Credito anno precedente») della comunicazione deve essere compilato nel periodo di liquidazione in cui il contribuente decide di utilizzarlo in compensazione verticale, mentre non va mai indicato il credito utilizzato in compensazione orizzontale.
Nel rigo VP8, invece, va inserito l’intero importo del credito del periodo precedente e non solo la quota utilizzata in detrazione, ma al netto dell’importo eventualmente chiesto a rimborso o in compensazione con il modello Iva Tr.

I fornitori che applicano lo split payment:

I fornitori che applicano lo split payment indicano l’imponibile nel rigo VP2 («Totali delle operazioni attive») della comunicazione senza inserire l’imposta nel rigo VP4, al cui versamento è tenuto direttamente il cliente, pubblica amministrazione. Quest’ultimo soggetto riporta, quale Iva a debito, nel rigo VP4 della comunicazione, anche l’Iva di cui si rende debitore per effetto dello split payment, ma solo con riferimento alle operazioni che riguardano la sua sfera commerciale.

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Fonte FAQ Agenzia Entrate