La Crisi sta finendo? - EdiSoftware - Soluzioni Gestionali
22 Giugno 2017 #noidiedisoftware

La Crisi sta finendo?

I dati dell’ultimo Assintel Report semestrale ci dicono che i dati cominciano ad avere un segno + davanti. Mercato IT in aumento del 3,9 anno su anno e del 3,7%  previsto per l’intero 2017.

Questi i numeri generali, anche se rimangono indietro le Pubbliche Amministrazioni locali e le micro imprese.

 

Lo scenario generale macroeconomico continua purtroppo ad essere caratterizzato da luci e ombre, ma in controtendenza il mercato IT brilla. Dall’ultimo Report di Assintel (associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio) emerge, infatti, che la spesa in Information Technology per le aziende ha toccato quota 7,2 miliardi.

Questa è sicuramente un’ottima notizia: molte imprese hanno messo a budget dei processi di trasformazione e innovazione digitale.

Scendendo nel dettaglio dei settori, molti corrono e qualcuno zoppica. L’analisi dei trend mostra infatti segnali di irrobustimento degli investimenti tecnologici nei comparti finance, trasporti e logistica, industria e utility, con una ripresa della PA centrale. Restano invece indietro la Pubblica amministrazione locale e le micro imprese.
Stanno però nascendo più imprese in Italia, con un trend che si consolida di mese in mese. E ne stanno fallendo di meno, con il numero di aziende che ricorrono alle procedure concorsuali in progressivo calo. E’ il quadro emerso da una elaborazione dell’Adnkronos su dati Infocamere, che delinea una prima spinta verso l’uscita dalla crisi per il tessuto produttivo italiano.

Per le piccole aziende però è stata dura: molte le fabbriche chiuse o delocalizzate per abbattere i costi a fronte di fatturati sempre più ridotti. Secondo una ricerca della Cgia, l’Associazione Artigiane e Piccole Imprese di Mestre, la contrazione dei consumi e la crescente delocalizzazione registrata tra il 2000 e il 2010 (+65%) ha portato a una perdita stimata di 40 mila posti di lavoro, soltanto nel Triveneto.
Alcune medie imprese, però, da questa crisi ne sono uscite rafforzate, hanno conquistato nuovi clienti e aumentato il loro fatturato.

Come? Agendo sui seguenti punti chiave:

  • Ricerca di nuovi mercati per evitare l’eccessiva dipendenza da quello locale.
  • Innovazione di prodotto a arricchimento dell’offerta verso i clienti.
  • Miglioramento e cura diretta delle relazioni verso i propri clienti.

Più attenzione e propensione agli investimenti in progettazione e innovazione e alla ricerca della qualità quindi, invece che speculazioni finanziarie, taglio costi e personale.

 

Si sta rafforzando il Made in Italy grazie alle aziende che in questi anni hanno curato l’organizzazione interna rafforzando il lavoro di squadra tra team commerciali, R&S e produzione.
Questo, per offrire soluzioni personalizzate, chiavi in mano e di qualità sempre più elevata. grazie anche alla vicinanza con il cliente sul territorio. Infatti, altra caratteristica di queste aziende è stata di non spostare la produzione fuori Italia. Anzi, la produzione dentro i confini nazionali è stata rafforzata per garantire qualità, prodotti ritagliati su misura, tempi di consegna garantiti.

Le aziende Manifatturiere, come abbiamo visto,  si sono mosse in controtendenza. Sono tornate a produrre in Italia, perlomeno prodotti di alta gamma a elevato contenuto tecnologico e di design. Lasciando alle fabbriche delocalizzate il compito di produrre prodotti a basso valore aggiunto.

Tra le motivazioni che hanno spinto a riportare in Italia le produzioni esternalizzate vi sono: vantaggi in termini di logistica (25%), qualità dei prodotti made in Italy (21,9%), riduzione dei differenziali del costo del lavoro (19,7%), bassa qualità nei luoghi di delocalizzazione (19,7%), ritardi nelle consegne (18,9%),migliore servizio alla clientela (17,8%).
Non ultimo, la perdita di valore dell’Euro nei confronti del Dollaro.

Soprattutto la tempestività del servizio al cliente sembra essere il differenziale per queste scelte: i clienti non sono più disposti ad aspettare. Vogliono prodotti meno standardizzati e just-in-time, esattamente quando serve. Non è possibile aspettare che il prodotto venga prodotto, caricato, trasportato e consegnato dalla Cina via container.

Un ulteriore aiuto all’accelerazione dovrebbe arrivare dal piano Industria 4.0, perché permetterà di creare nuovo valore attorno a concetti tradizionalmente considerati in competizione con l’occupazione, come ha commentato  Giorgio Rapari, presidente Assintel .
La sfida, con il nuovo piano, è sia economica (come incentivare maggiormente gli investimenti digitali, anche in settori non strettamente industriali) sia culturale, legata alla formazione e valorizzazione di nuove competenze.
Altro ambito in forte crescita è l’approccio al cliente, la cui voce di spesa dovrebbe crescere dell’11,2% a quasi 4 miliardi di euro. Parallelamente, si dovrebbe registrare una crescita tendenziale della cybersecurity (+6,4%), e un proseguimento della corsa del cloud, ormai una prima scelta per le aziende sia nel confronto fra trimestri (+18,9%) sia nelle stime di fine anno (+17,6%, per 3,7 miliardi di euro).

In conclusione, a nostro avviso è ancora presto per parlare di vera e propria inversione di tendenza ma di sicuro possiamo affermare che il made in Italy è ancora forte e la tendenza per combattere la crisi sembrerebbe puntare sulla qualità dei propri prodotti, passando per l’ottimizzazione dei processi interni. Anche e sopratutto grazie ad un buon Software Gestionale 🙂

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